Thursday, May 22, 2014

Il Festival Biblico a Vicenza dal 22 maggio al 2 giugno 2014 ...


La manipolazione e la mistificazione delle idee, e delle parole che servono ad esprimerle, è uno strumento di cui il Cattolicesimo è maestro, e di cui si è sempre servito con immensa abilità nella gestione dei suoi progetti di controllo sociale.


Un esempio, piccolo, ma raffinato ed istruttivo, lo abbiamo oggi nello slogan del prossimo festival Biblico, che si terrà a Vicenza dal 22 maggio al 2 giugno: “Liberi di crederci”.


Pochissime riflessioni preliminari sul concetto di libertà, e in questo tipo di analisi strumento preziosissimo e indiscutibile sono sempre i dizionari. Lo Zingarelli, per citarne uno solo, così la definisce: “Condizione di chi (o di ciò che) non subisce controlli, costrizioni, coercizioni, impedimenti e sim.”, e ancora: “Potere di agire nell’ambito di una società organizzata, secondo la propria convinzione e volontà”, e per finire: “Condizione di piena autonomia e indipendenza nei confronti di potenze straniere”.


Basta appunto questa semplice lettura per rendersi conto di quanto, come dicevamo prima, sia mistificante l’uso della parola ‘libertà’ quando si tratti dei rapporti tra Stato e Chiesa in Italia.


Non si può parlare di libertà in uno Stato che è uno dei pochissimi al mondo ad aver stipulato un Concordato con la Chiesa Cattolica. Gli altri sono Germania, Austria, Malta, Ungheria, Spagna, Slovacchia, Polonia, Lituania, Filippine, Argentina, Brasile, Portogallo, Irlanda, Andorra, Nicaragua, Colombia e Repubblica Dominicana. Negli USA e in Francia, addirittura, è la stessa Costituzione a proibire la stipulazione di simili trattati. Da noi esso venne firmato da Benito Mussolini. L’Uomo della Provvidenza, lo definì Pio XI, ed a ragione, vista la vagonata di soldi che, come effetto collaterale, i Patti Lateranensi portarono nella casse della Chiesa. Fu una tale conquista che per decenni l’11 febbraio, data della firma (venne scelta perché anniversario dell’apparizione della Madonna di Lourdes), fu Festa Nazionale. Il Concordato venne rifirmato dalla neonata Repubblica nel 1948 e di nuovo, aggravandone gli effetti sulla vita civile, nel 1984. Dove stia in tutto ciò la libertà, lascio al lettore giudicare.


Non si può parlare di libertà in uno Stato in cui l’insegnamento della Religione Cattolica è obbligatorio per Legge nella Scuola di Stato per due ore alla settimana (effetto dei succitati Patti), e i relativi insegnanti vengono nominati dalle Curie, assicurandosi così una sinecura a vita ed essendo esenti dalle forche caudine dei concorsi cui invece ogni altro insegnante deve giustamente sottostare per entrare in ruolo. Sulla qualità, poi, di tale insegnamento, abbiamo già scritto più volte altrove ed in altre occasioni, ma massimamente esilaranti sono le acrobazie verbali (parlavamo prima di mistificazione, no?) cui si danno gli Insegnanti di IRC quando vogliono convincerci che sì, in quelle ore si insegna la religione Cattolica, però l’insegnamento non è ‘confessionale’: veri e propri gioielli di retorica gesuitica, che senza dubbio papasanfrancesco apprezzerebbe.


Non si può parlare di libertà in uno Stato in cui è bastata una parola di un Cardinale per bloccare la distribuzione nelle scuole di un opuscolo che tentava di combattere la dilagante omofobia, ispirata in gran parte proprio dalle posizioni della Chiesa (a proposito di “potenze straniere”: mi sono sempre chiesto se succederebbe lo stesso nel caso che lo Stato del Vaticano avesse sede sull’Isola di Pasqua …). Naturalmente la musica è un po’ diversa quando si è sempre trattato di coprire i preti pedofili, ma, come dice il Vangelo, ‘la mano sinistra non sappia cosa fa la destra’.


Libertà … L’andiamo cercando, ancora. “Libera Chiesa in libero Stato” invocava Cavour nel 1861. Dopo più di centocinquant’anni, il suo progetto è stato attuato solo a metà: nel senso che la Chiesa è libera di fare quel che vuole, mentre lo Stato laico la sua libertà – ahimè – è ancora ben lontano dall’essersela conquistata.


FestivalLibido





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